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Il forte aumento della produzione di gas del Qatar (+85%) è un evento complesso con implicazioni positive e negative: vediamo quali

Il Qatar, il terzo esportatore di gas naturale liquefatto (GNL), ha appena annunciato il più grande aumento di produzione di gas naturale. L’espansione del Northfield (il giacimento di gas più esteso del mondo), da 77 milioni di tonnellate all’anno (mtpa) a 142 mtpa entro il 2030, rappresenta un incremento della produzione dell’85%. E ciò assicura al Qatar una quota ancora maggiore del mercato del gas naturale, aggiungendo più di 30 miliardi di dollari alle sue entrate annuali, secondo i dati Bloomberg 2024. Questa espansione arriva in un momento in cui la domanda globale di GNL è in continua crescita, in particolare in Europa e in Asia.

L’espansione contribuisce alla sicurezza energetica globale, fornendo stabilità ai mercati destabilizzati dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. La strategia del Qatar è fondamentalmente quella di “inondare” il mercato globale di gas naturale e, così facendo, rendere il GNL abbondante sul fronte dell’offerta e per questo sufficientemente economico da stimolare la domanda globale, soprattutto da parte dei mercati emergenti dipendenti dal carbone. Il Qatar vuole diventare il principale fornitore di gas, sbaragliando tutti i competitori come Russia, Stati Uniti e Australia.

Che dire degli impegni di decarbonizzazione del Qatar? Sebbene il gas naturale sia considerato un’energia più pulita del petrolio e del carbone, è comunque altamente inquinante. Se il Qatar sfruttasse tutte le sue riserve di gas, aggiungerebbe all’atmosfera circa 50 miliardi di tonnellate di CO2 (una volta bruciate). Questa cifra è più alta delle emissioni annuali mondiali (The Guardian 2022). Inoltre, secondo l’IEA, se si vogliono raggiungere gli obiettivi Net-Zero riaffermati al summit climatico COP28 tenutosi a Dubai a novembre 2023, non si dovrebbero costruire nuove infrastrutture per l’estrazione del petrolio e del gas.

Ma su questo fronte è importante capire che il Qatar sta promuovendo il gas naturale come “combustibile di transizione”, consentendo ai paesi più poveri, in particolare in Africa, di decarbonizzare la produzione di elettricità sostituendo le centrali elettriche a carbone con centrali a gas. Si prevede che questo cambiamento dal carbone al gas produrrà significativi “dividendi climatici” se il prezzo del gas sarà talmente competitivo da permettere ai paesi a basso reddito di passare a questa fonte di energia più pulita.

In conclusione l’aumento della produzione di GNL del Qatar è un evento complesso con implicazioni positive e negative. Da un lato, offre una maggiore sicurezza energetica e può facilitare la decarbonizzazione nei paesi dipendenti dal carbone. Dall’altro, solleva preoccupazioni sulle emissioni di CO2, sulla dipendenza da un unico fornitore e sulle possibili implicazioni geopolitiche. Il Qatar dovrà bilanciare i suoi interessi economici con un impegno serio per la decarbonizzazione di lungo termine, la diversificazione economica e la stabilità geopolitica.